Ieri ho passato una giornata all’aria aperta in piccoli luoghi vicino casa, la classica meta della gita fuori porta.

In questa primavera strana e instabile, in una domenica di ponte, mi hanno proposto di partecipare alla mostra dell’asparago di Badoere IGP. Edizione numero 50, mica pizza e fichi. E di andare in bicicletta alle sorgenti del fiume Sile, una gita che non avevo mai fatto. Che dire? Mi sono divertita, ho conosciuto colleghi blogger travel e food, siamo stati bene insieme in luoghi bellissimi per me semisconosciuti. Cimadolmo è la destinazione di oggi con altri blogger, in una simpatica staffetta in cerca dei tesori nascosti del Veneto chiamata Germogli di primavera, un nome azzeccato per un evento bello, che spero si ripeterà. Mi diverto da sempre con i giochi di parole, tradotto in inglese diventa Spring Sprouts chiaro riferimento alla vita che rinasce. Quelli che seguono sono i miei soliti appunti disordinati, leggeteli con calma!

Gli asparagi che arrivano sulle nostre tavole possono essere di produzione locale o importati, dall’Europa o dall’America. In Germania si consumano otto volte più che da noi e la produzione tedesca rimane entro i confini nazionali. Dare i numeri serve per segnare i confini di questa produzione agricola unica, per conoscere una pianta perenne che i coltivatori custodiscono e coccolano, coscienti della ricchezza che dà. Questo è il valore della loro terra. Aronne Basso fa questo di lavoro – coltiva asparagi tutto l’anno – e con meno di cinque ettari impiantati fa vivere la sua famiglia. Il padre lo ha iniziato anni fa, da pioniere e da sovvertitore delle regole preesistenti, per questo inizialmente gli agricoltori vicini non l’hanno apprezzato. Ma ora che raccoglie i frutti della sua lungimiranza ha tante soddisfazioni! L’agricoltura come impresa è un concetto che dovrebbe appartenere a chi coltiva la terra, ma per motivi che non capirò mai appieno (infatti non faccio l’agricoltore) molti preferiscono tenere le cose come sono sempre state, vivere alla giornata, conferire il prodotto alla cooperativa di turno che li paga un tanto al chilo. Essere in balia degli eventi in un certo senso. O peggio ancora cavalcare le mode inseguendo guadagni facili e veloci. Non è il caso dell’asparago ma tante aree agricole vocate per determinate produzioni, anche nel mio Veneto, sono state “convertite” con varie conseguenze sul mercato e sull’ambiente. Pensiamoci quando andiamo a fare la spesa (mi fermo qui).

Ecco di seguito qualche numero sull’asparago, Asparagus officinalis in latino, che è depurativo e ha tante proprietà benefiche: apporto calorico scarso, ricchezza di vitamine e sali minerali. Si può seminare ma più spesso i coltivatori prendono le piantine in vivaio, queste una volta messe a dimora diventano produttive dopo due anni, poi possono dare frutti per più di dieci anni. Il frutto, la parte edibile, si chiama turione e si raccoglie tra marzo e maggio, dopodiché la pianta cresce arrivando a un metro d’altezza e oltre. Con i mesi freddi si secca e quando viene tagliata può essere lasciata a terra o asportata. In Germania si lascia a terra, in Italia si brucia così i parassiti sono eliminati. All’inizio della primavera parte un nuovo ciclo vegetativo appena si alza la temperatura, i germogli sono pronti relativamente presto, a marzo. Ogni pianta può dare sino a un chilo e mezzo di prodotto, e la resa è all’incirca di un chilogrammo al metro quadro (spero di avere fatto bene il calcolo). La raccolta si effettua nelle prime ore del giorno quando i turioni sono turgidi così possono essere subito selezionati, lavati e raccolti in mazzetti da immettere sul mercato. L’asparago ha una breve vita sullo scaffale, la filiera dev’essere controllata per garantirne la salubrità fino alla distribuzione e al consumo. Oppure è possibile cercarlo ai mercatini o meglio dai produttori, come abbiamo fatto noi.

Aronne Basso è il produttore di Badoere che ieri ci ha aperto i cancelli dell’asparagiaia per mostrarci tutte le fasi produttive, le differenze tra asparago bianco (coltura coperta) e verde (coltura scoperta), le tecnologie che nella produzione agricola sollevano il suo lavoro e lo rendono più sicuro. Una simpatica lepre ci ha fatto compagnia correndo avanti e indietro tra le file, Aronne dice che può arrivare a 40 km/ ora di velocità, e si vede. Peccato che mangia a quattro palmenti le piante di suo gusto, quanti danni provocano le bestie selvatiche alle colture?

Avrei ancora molto da dire sull’asparago ma non scrivo altro, per non togliere la parola ai produttori e la magia all’esperienza che vi consiglio caldamente di provare. Oggi ci sono i produttori in piazza a Badoere, la mostra dell’asparago (che io chiamo sempre festa perché di fatto lo è) si svolge tutti gli anni all’incirca tra l’ultima settimana di aprile e la prima di maggio. Questa è per me una delle più belle piazze del Veneto. Badoere è frazione di Morgano come ci ha spiegato il sindaco Daniele Rostirolla, con lui abbiamo festeggiato la fine della nostra giornata con la birra all’asparago, ottima, amara al punto giusto, perfetta nel tardo pomeriggio di una giornata di primavera. Quando avete fame cercate il tendone attrezzato la cui cucina sforna pietanze prelibate dal mattino alla sera, circa mille coperti al giorno, non male no? E che bontà ci hanno fatto assaggiare, altro che i classici ma banali asparagi e uova. A me l’asparago piace anche crudo o cotto al vapore, semplicemente, ieri però sono andata molto oltre. C’era il classico risotto con asparagi poi ho provato la fonduta e un abbinamento azzardato ma azzeccato: storione grigliato (allevato qui vicino) e asparagi in saor, con crema di asparago verde crudo. Avete presente le sarde? Ecco questa variante ha stupito me e gli altri commensali per la sua finezza e il gusto. Il vino: Chardonnay è l’abbinamento classico ma c’è anche il buon vecchio Raboso, vitigno autoctono ora svilito da un disciplinare che prevede l’affinamento in legno, peccato…

Per completare l’opera dovrei parlare della biciclettata sino alle sorgenti del Sile nel parco omonimo. Mi limito a dire che sono stata entusiasta di tutto, tranne – e non è colpa nostra – del basso livello delle acque assai grave per i bisogni della terra, dell’agricoltura e di tutti noi in questo periodo (per chi nega i cambiamenti climatici). Mi riservo di approfondire la conoscenza dei fiumi minori del Veneto, possibilmente accompagnata da persone appassionate e competenti come quelle di ieri. Perché pedalare sul Po o sul Brenta è un’opzione, ma qui ci sono Piave e Sile a segnare il paesaggio, i fiumi che bagnano la mia regione, anche per piccoli tratti, sono bellissimi e importantissimi. Non dimentichiamo le attività umane che da secoli si svolgono su queste sponde, rispettiamo i corsi d’acqua, monitoriamo le specie vegetali e animali che vivono qui, se stanno bene loro stiamo bene pure noi. Le misure di protezione del parco sono lodevoli, permettono di fruirne in sicurezza e in armonia ma non bisogna abbassare la guardia mai. Beccatevi qualche immagine a corredo delle mie parole, preparate l’itinerario sulla cartina e inforcate una bici!

Alla fine dei miei appunti disordinati desidero salutare i compagni della mia giornata. Elena, Valentina, Anna Maria, Matteo, ringrazio l’organizzatore Zeta group, il consorzio dell’asparago di Badoere IGP, la pro loco di Morgano e le Unpli Veneto. Arrivederci!

Per saperne di più:

http://www.germoglidiprimavera.tv/

http://www.asparagodibadoere.it/

http://www.corriereortofrutticolo.it/2017/03/22/veneto-germogli-primavera-celebra-gli-asparagi-igp-cimadolmo-badoere/

http://www.prolocomorgano.it/proloco/index.php/programma-asparago

http://www.riza.it/dieta-e-salute/cibo/2802/le-virtu-sconosciute-degli-asparagi.html

http://www.benessere.com/dietetica/arg00/asparagi.htm

http://www.asparagobiancobassano.com/it/cucina

http://www.asparagobiancodicimadolmo.it/presentazione_consorzio.php

http://www.marcadoc.com/rotonda-di-badoere/

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