Conosco Monica, la “mia guida” a Vicenza, da otto anni.

Oggi scrivere di lei e con lei mi riesce difficile proprio perché ci confrontiamo a viso aperto nella nostra diversità, sempre con affetto e nel massimo rispetto reciproco. Parla molto Monica, ci troviamo anche per questo, scrive poco ora ma va bene così: le poche parole che escono dalla sua bocca (o penna) trasudano competenza e saggezza. Che siano affilate e taglienti, o decorate come pizzi e merletti, sono sempre utili.

Vederla all’opera mentre conduce i suoi gruppi in giro per Vicenza o tra le ville venete è uno spasso, un modo per arricchirsi e divertirsi anche al cospetto di serissimi beni artistici e culturali.

Le ville venete e Andrea Palladio sono le sue specialità e le sue grandi passioni. Riguardo il gigante dell’architettura rinascimentale Monica mi ha insegnato tanto, le cose facili come i numeri (le date di nascita e di morte, 1508 – 1580).

E alcune cose più difficili come l’evoluzione dello stile da Villa Godi Malinverni in poi, la prima villa che ha progettato, visitata insieme nel febbraio 2013 (Ricordi Monica la gara a squadre che il mio gruppo ha perso per un pelo?). E infine il valore immenso dei quattro libri dell’architettura e la sua pesante eredità, visibile in centinaia di opere sparse in tutto il mondo.

Il suo sangue friulano traspare nella forza e tenacia con cui affronta gli impegni quotidiani, che partono da Marostica dove vive e lavora. Monica è ancorata fortemente proprio alla terra friulana e alla sua famiglia d’origine. Monica racconta le sue cose a viso aperto, chiedetele per esempio del terremoto del 1976 che ha vissuto in tutta la sua drammaticità nonostante fosse molto piccola. I suoi racconti mettono i brividi!

Ha studiato a Udine (è storica dell’arte), dopo di me perché è un po’ più giovane. E per tornare a Marostica, se cercate Hotel Due Mori avrete voglia di prenotare subito un soggiorno e una visita guidata con lei.

Ed infine Monica è così cocciuta (credo sempre a causa del sangue friulano) che quando le ho mandato le mie domande invece di rispondere… le ha cambiate. Credo di sapere perché ma glie lo voglio chiedere di persona. Chissà dove ci troveremo la prossima volta? Ultimamente abbiamo avuto la fortuna di vederci in occasioni più che ghiotte: presentazioni di mostre e conferenze stampa nel nostro Veneto, quello della cultura e della storia. Al cospetto di quadri e sculture, circondate da giornalisti e operatori del settore non potevamo chiacchierare. Di solito ci scambiamo occhiate di intesa e alla fine in un angolo, quando gli altri se ne sono andati, parliamo.

Questo è successo a giugno 2020 a Bassano, pochi mesi prima a Vicenza e Possagno, ricordi Monica? Il racconto che troverete di seguito parla del suo essere guida, è un racconto tutto nuovo e diverso dagli altri. Forte no?

Grazie cara, mi sono così divertita a leggerlo che non ho cambiato quasi nulla. Vieni presto a trovarmi a Venezia che Palladio ne ha fatte tante, lo sai, e con te avrò sempre qualcosa di nuovo da imparare. A presto!

1  Tu sei una guida turistica un po’ atipica: non vai in giro né con la bandierina, né con l’altoparlante, ci spieghi come fai?

Sì, è vero, sono proprio strumenti che detesto perché identificano un modo di operare in cui non mi riconosco per niente. Dopo aver lavorato per alcuni anni con i classici gruppi organizzati dalle agenzie viaggio ho proposto al mio compagno di creare qualcosa in esclusiva per lui. Fino a quel momento non avevamo mai lavorato insieme perché, avendo solo 12 camere, non riusciva ad accogliere i gruppi che si muovono in pullman. Così mi sono inventata una formula che fino ad oggi nessuno ha mai proposto, cioè una serie di visite guidate (le trovi qui) distribuite nei vari giorni della settimana e riservate agli ospiti del suo hotel. Le visite occupano solo la mattinata, sono riservate a una decina di persone e ognuno si muove con la propria auto per raggiungere i siti in programma. Questo vuol dire massima autonomia organizzativa: le persone possono scegliere di prenotare il numero di notti e di visite che preferiscono, sono libere di scegliere dove mangiare e hanno il pomeriggio e la sera a disposizione per fare quello che più gli piace.

2  E come è andato questo esperimento?

Benissimo, tanto che non tornerei più indietro! Il primo anno avevo puntato tutto sui weekend e sulle ville palladiane ed è stato un gran successo. Così l’anno dopo ho alzato la posta in gioco e ho provato a usare le ville venete come filo conduttore di tour che mirano a far scoprire altre bellezze del “Veneto minore” (che poi tanto minore non è, visto che a farci compagnia ci sono Palladio, Tiepolo, Canova, Veronese e Carlo Scarpa oltre a bellissimi borghi medievali). Ora le visite coprono tutti i giorni della settimana e ogni due, tre mesi cambio il programma. Questo mi permette di introdurre nuovi itinerari, studiare di continuo e non dover ripetere me stessa. Tra l’altro tutti mi chiedevano se faccio anche altre zone d’Italia perché vorrebbero viaggiare ancora con me, così da un annetto è nato Sentieri d’Arte e Architettura.

3  Vuoi parlarcene?

Certo, con piacere. Diciamo che è un progetto suddiviso in due parti. Da un lato ci sono le visite guidate nel Veneto di Terraferma, che durano una o più ore e sono riservate a chiunque, anche ai locali. Dall’altro ci sono i Viaggi a Tema, che sono l’evoluzione di quanto sperimentato con l’hotel del mio compagno. La formula è la stessa: poche persone, visite di mezza giornata, massima autonomia nel corso della giornata e un tema a tenere insieme il viaggio.

Nascono così proposte come “Nelle terre di Canova”, “Palladio archi-star del Rinascimento” o “Il Veneto di Carlo Scarpa”. Se non fosse arrivato il covid19 a breve ci sarebbero stati anche “La Venezia di Tintoretto” e “A Vienna con Klimt”. Insomma, modi diversi di visitare un luogo perché si approfondisce su un aspetto particolare della sua storia, lasciando poi mezza giornata libera per visitare i luoghi più famosi da soli.

4 Mi piace il nome che hai scelto per questo nuovo progetto. Come ti è venuta l’idea?

Alla passione iniziale per l’arte negli ultimi anni si è aggiunta quella per l’architettura e volevo quindi che si percepissero entrambe. La parola “sentieri” invece è la più in linea con quello che propongo: i miei viaggi non sono né autostrade per gruppi organizzati, né ferrate per persone espertissime. Si rivolgono semplicemente a persone curiose, disponibili a muoversi fuori dai sentieri più battuti e a godersi un luogo senza fretta, magari in compagnia di persone con interessi simili. Proprio come su un sentiero, insomma.

5  Da dove arrivano gli ospiti che accompagni? Sono più italiani o stranieri?

In passato erano più gli stranieri, ma da quando ho creato questa nuova formula lavoro al 99% con italiani. Italiani che vogliono scoprire a fondo l’Italia: non è meraviglioso?

6  Sono più facili da gestire gli ospiti informati o è meglio prendere per mano persone che arrivano e sanno poco del luogo in cui si trovano?

Ti dirò che a me piace lavorare con entrambi, anche quando si trovano all’interno dello stesso gruppetto. Lo trovo molto stimolante… tanto alla fine riesco sempre a proporre qualcosa che stupisce tutti! Chi arriva senza una grande preparazione torna a casa sempre entusiasta perché non ha grandi aspettative. Invece con i professionisti, come architetti e docenti per esempio, nascono delle gran belle chiacchierate, da cui ho sempre molto da imparare anch’io.

7  Sei riuscita a fare un identikit del tuo “cliente tipo”?

E come no! Già al secondo anno avevo notato dei tratti in comune tra molti miei ospiti. A cominciare dall’età – dai 40/50 anni in su, e dalla professione – molti insegnanti, architetti, medici e liberi professionisti in generale. Ma quello che accomuna tutti, aldilà della formazione culturale, è la curiosità, e questo li rende tutti speciali ai miei occhi. Molti amano leggere – non ti dico che lista lunghissima di libri consigliati sto accumulando – e tutti amano viaggiare. E poi tutti, ma proprio tutti, mi dicono che hanno prenotato le mie proposte perché vogliono capire quello che visitano, ma non metterebbero mai e poi mai piede in un pullman da 50 persone!

8  Da come parli si capisce che è un lavoro che ti dà molte soddisfazioni. Qual è la più grande che hai avuto finora?

Oddio, ce ne sono davvero molte. Posso dirtene… tre? – acconsento.

La prima è quando le persone, dopo aver prenotato una sola visita, ne aggiungono altre nel corso del soggiorno perché le trovano interessanti e non noiose come temevano.

La seconda sono le persone che tornano più volte, portando magari amici o “usandomi” come regalo per i compleanni e Natale. Questa cosa di venir regalata mi fa sempre un po’ ridere… un giorno o l’altro mi presenterò con il fiocco in testa!

Ma la soddisfazione più grande di tutte me l’ha data Gaia, un architetto milanese che dopo aver fatto un tour di 3 giorni mi ha detto di avvisarla se facevo altro. Un giorno le ho scritto per dirle che stavo organizzando una cosa un po’ particolare per un architetto americano che tornava a trovarmi per la quarta volta e se voleva poteva unirsi a noi. Le ho scritto di chiamarmi così le avrei spiegato tutto (programma, costi, ecc) e lei mi ha risposto: “Per me va bene e non mi serve sapere altro; qualsiasi cosa organizzi tu è senz’altro interessante”. Ti rendi conto? Mi ha comprata a scatola chiusa!

Ah, aspetta, aspetta… poi c’è Patrizia, una ex maestra ora affetta da Sla. Oltre a grosse difficoltà motorie, fa fatica anche a parlare, ma ha avuto la fortuna di venire in giorni in cui c’erano solo altre tre persone, gentilissime e pazienti. Si era formato un gruppetto proprio affiatato e, concedendole i suoi tempi, riuscivamo a comunicare con lei tranquillamente. Quando ci siamo salutate, dopo un bacio carico di affetto, mi ha detto: “Grazie, sei riuscita a farmi sentire sempre a mio agio”. Giuro che non sono riuscita a trattenere le lacrime…

9  Si può diventare amici degli ospiti in visita? Può succedere di mantenersi in contatto anche dopo?

Assolutamente sì, soprattutto ora che c’è Facebook e Whatsapp. C’è chi mi scrive per suggerirmi un libro, per dirmi che in Tv fanno un servizio sulle ville venete, per invitarmi ad andarli a trovare o semplicemente per farmi gli auguri per Pasqua e Natale. Auguri che non sono mai anonimi, ma con ricordi di quanto abbiamo vissuto insieme.

Ora però basta domande, altrimenti chi si legge tutta sta pappardella?

Io l’ho letta cara Monica, ora la facciamo leggere agli amici di Gamberetta!

PS  Consiglieresti a un giovane di diventare guida turistica? A questa domanda, la numero 10, non hai risposto ma posso indovinare. La risposta è SI!

Per saperne di più:

https://sentieriarte.it/about-me/

https://www.duemori.it/en/amenities/private-guide-vicenza-and-palladian-villas

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