L’ultimo fine settimana di agosto tre luoghi del Veneto tra il mare e le colline, tra Venezia e Treviso, si sono animati con le attività di Adventure Rivers on Tour, festival itinerante promosso dalla Regione Veneto, nato attorno a tre fiumi.

3 GIORNI, 3 FIUMI, 3 LOCATION

Il Meschio a Vittorio Veneto, il Livenza a Caorle e il Piave a San Donà hanno fatto da cornice alla pratica dei classici sport fluviali, come il kayak e le gite in barca elettrica.

Nei parchi e nelle dimore rurali scelte come location dagli organizzatori si sono svolte corse non competitive e passeggiate nei dintorni, alla scoperta del territorio a piedi e in bici. Con tappe golose in cantine e aziende agrituristiche, che hanno aperto le porte agli escursionisti per assaggi e degustazioni.

Tutti questi luoghi sono vicini alle principali vie di comunicazione, eppure non hanno nulla da spartire con il turismo di massa, e sono perfetti per il turismo lento. Il facile accesso alle location e gli ampi parcheggi hanno permesso a tutti i partecipanti di mollare l’auto e immergersi subito nell’atmosfera, festaiola e rilassata al contempo. Come ho fatto io, partecipando alla prima e alla terza giornata dell’evento.

LA RICERCA DEL BENESSERE A 360 GRADI

Da tempo il benessere psicofisico è al centro dell’attenzione e, nella situazione che tutti stiamo affrontando dallo scorso anno, prenderci cura di noi è e sarà sempre più importante.

Per questo ci sono i trattamenti olistici e i massaggi effettuati da professionisti, le lezioni di yoga sul prato, anche per bambini. Sono presenti associazioni locali di promozione e inclusione sociale.

Gli amici a quattro zampe sono benvenuti e persino partecipano alle attività, di corsa, assieme ai loro padroni.

Per appagare la vista e il desiderio di shopping, nell’area centrale si trovano stand di oggettistica e bigiotteria.

Le magliette indossate dai partecipanti alle varie attività, con i loro colori sgargianti, evidenziano gli sponsor e partner tecnici fra cui Bellini Canella, Dynamo Camp, Teva.

Gli stand enogastronomici sono perfetti per dissetarsi e rifocillarsi, con aperitivi a km zero e tanti prodotti tipici da gustare, spesso biologici, assieme ai produttori.

E infine c’è dell’ottima musica dal vivo da ascoltare nelle ore serali, assieme ad esibizioni e performance.

Una kermesse per tutti i sensi dunque, così è stato Adventure River Fest.

Inutile dire che molte persone sono accorse a vedere questi luoghi, con il desiderio ancora forte di stare fuori, all’aria aperta, che caratterizza molti di noi. E con la voglia di stare insieme, con amici vecchi e nuovi.

IL FUTURO DELL’ECOTURISMO

L’ecoturismo in generale, e il turismo fluviale in particolare, sono attualissimi e hanno enormi opportunità di sviluppo. Costituiscono una leva eccellente per la promozione del territorio, in tal senso Adventure Rivers on tour ci ha mostrato che attorno ai fiumi c’è tanto da esplorare. Qui tutto ruota attorno al movimento, come le acque di un fiume che scendono a valle nel loro flusso continuo.

La condivisione degli obiettivi ha permesso di unire le forze degli organizzatori, Adventure Outdoor Italia, con i referenti locali dei progetti:

  •  Enjoy the Rivers,
  •  GiraLivenza,
  •  Piave Heritage.

E ha seminato progetti per una serie di eventi futuri che non vediamo l’ora di conoscere in dettaglio.

VITTORIO VENETO (TV) VENERDÌ 27 AGOSTO

Prati e boschi per una decina di ettari a poca distanza dal centro storico, questo è l’area parco Fenderl di Vittorio Veneto. Il Monte Altare, con la grande croce visibile da lontano, sovrasta lo scenario del primo giorno dell’Adventure River on tour, con tante cose da vedere e attività da svolgere:

  •  Lezioni di shiatsu.
  •  Yoga balance meeting.
  •  Mercatino vintage.
  •  Bigiotteria e oggettistica.

Guardate che belle le Barbie vintage style…

e la Lavanda del lago…

Assieme a queste attrattive che sono il cuore di tutti i tre giorni della manifestazione, stand enogastronomici e musica dal vivo allietano il palato e le orecchie, per passare il pomeriggio e la sera in buona compagnia.

Faccio il giro dell’area centrale per le foto di rito, poi con i miei bastoncini mi avventuro in salita, verso la croce del Monte Altare.

Non ci sono indicazioni né frecce, anzi la stradina in salita a un certo punto è sbarrata. L’unico cartello indica il divieto di transito ai mezzi a motore. A piedi quindi posso andare.

Salgo per qualche minuto, prima fra i prati poi nel bosco, fino a una casa colonica chiusa, peccato.

Però la vista da quassù è appagante e, proprio per l’assenza di cartelli, preferisco tornare giù.

Mi accontento di avere visto un ampio fronte dinanzi a me: la valle con Vittorio Veneto al centro.

E la sagoma del Cansiglio sullo sfondo.

Scendo appena in tempo per seguire i discorsi di rito, alla presenza dei sindaci: Antonio Miatto di Vittorio Veneto, Vincenzo Traetta di Cappella Maggiore. Le autorità presentano i partner locali e istituzionali del progetto, un ruolo importante è affidato agli sponsor.

Poi corro a vedere la divertentissima Beer run, con decine di persone di ogni età, piene di energia, pronte ai nastri di partenza.

Si tratta di una corsa ad anello attorno al parco Fenderl, con sosta degustazione di birre artigianali locali, prodotte da Prati di Meschio e Bradipongo.

Qui a Vittorio Veneto siamo sulle sponde del fiume Meschio, che uno dei due birrifici prenda il nome proprio da questo è un bel segnale di legame al territorio.

Assaggio una blanche e una IPA. Le trovo ottime, non banali, come si addice a una birra artigianale.

La mia speranza è che sempre di più, come stanno facendo qui, i mastri birrai cerchino di approvvigionarsi di materie prime locali. L’orzo è più facile, il luppolo meno, ma siamo sulla buona strada.

Con lo smartphone faccio i miei piccoli video da postare sui social e, nel tempo in cui carico le stories, i primi runner hanno già completato il primo giro di un chilometro.

Sul braccialetto colorato che hanno al polso si fanno segnare la prima tacca con il pennarello, ogni tacca è una birra. Con questo possono assaggiare la prima di… una lunga serie di birre.

Io li seguo anzi, gli corro dietro lungo l’anello.

Le loro magliette danno un bel tocco di colore, le mie preferite son quelle arancioni, mi ricordano i monaci buddhisti. Sette anni fa li ho seguiti in Laos, durante la puja del mattino.

Non siamo proprio nella stessa situazione ma un po’ sì. In fin dei conti la corsa ha qualcosa di spirituale, ti mette in contatto con il corpo, dentro e fuori di te, no?? Torno giù ad aspettarli. Arrivano al parco alla spicciolata, in piccoli gruppi, stanchi e divertiti.

Fra una mescita e l’altra chiacchiero con entrambi i mastri birrai, scopro che uno dei due (Andrea) ha studiato Agraria a Udine subito dopo di me. Praticamente siamo colleghi, in un divertente gioco della memoria facciamo l’appello e scioriniamo i nomi dei nostri prof e dei compagni dell’università.

L’altro (Giovanni) è un fisico che ha studiato e lavorato al CERN in Svizzera, ma poi è tornato nell’azienda agricola di famiglia, sia a vocazione agricola, sia di allevamento (animali da cortile e maiali). Una produzione integrata, una bella storia di continuità e resilienza.

Ora cerco di intercettarli per andare a trovarli e farmi raccontare bene, dal vivo, le loro storie.

CA’ CORNIANI DI CAORLE (VE) SABATO 28 AGOSTO

Dal connubio di cultura e agricoltura è nato il progetto di Ca’ Corniani, spazio multifunzionale collocato in uno splendido contesto agricolo, che valorizza il paesaggio e le opere dell’uomo. Se fossi stata presente avrei fatto: la visita ai casoni in barca elettrica, la meditazione con le campane tibetane. Però non c’ero in questa giornata, potete vedere in rete le immagini degli organizzatori.

SAN DONÀ DI PIAVE (VE) DOMENICA 29 AGOSTO

Il Parco Fluviale di San Donà si estende per oltre cinque ettari sulla destra orografica del fiume Piave. L’area ristoro comprende un chiringuito con i tavoli all’aperto, spazi di relax e area giochi fra prati e alberi, vicino al “Fiume sacro alla patria”.

Il Piave è incredibile, da scenario di guerra nel 1918 ora è diventato un luogo di pace e amicizia.

Il programma della giornata di domenica comprende:

  •  escursioni fluviali in barca elettrica,
  •  ciclo escursione in abiti vintage,
  •  lezioni di yoga sul prato e massaggi,
  •  animazione per bambini e intrattenimento per adulti.
  •  Nordic walking sull’argine del fiume Piave.

La pace è il sentimento dominante, qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno, assieme all’aria fresca da respirare, al contatto umano da recuperare, alla voglia di giocare, divertirsi, stare insieme.

La magia di Adventure rivers on tour è proprio questo: la capacità aggregante e il sentimento di condivisione.

Io mi unisco al gruppo locale La Piave Nordic Walking, per un’ora e mezza e otto chilometri di percorso, verso Musile di Piave. Non solo sono felicissima di avere conosciuto questi camminatori carinissimi.

La bibliotecaria di San Donà cammina accanto a me e mi fa da cicerone, con spiegazioni dettagliate della natura attorno a noi, del rapporto con la campagna e col fiume Piave, indissolubile.

Campagna vuol dire ricchezza e terra fertile, ma anche il rischio di alluvioni che fanno impressione quando le raccontano, vi assicuro.

Eppure tanti vivono nel piano golenale, e non se ne vanno se non sono costretti da avvenimenti avversi.

La bonifica dell’inizio del 900 è stata la chiave di volta per sfruttare al meglio il terreno.

A San Donà, poco fuori dal centro, c’è il museo della bonifica. Dovrebbe riaprire a breve con un nuovo allestimento, appena possibile lo voglio visitare.

Tra le costruzioni più o meno recenti vediamo le idrovore e tristi allevamenti avicoli, in parte in disuso. Chissà che destinazione potranno avere in futuro?

All’andata camminiamo sull’argine che corre alto sulla campagna fertile, intensamente coltivata.

Vedo gli ultimi campi di cereali e la soia…

Vedo i vigneti carichi di grappoli d’uva, bianca e nera, quasi pronti per la vendemmia.

Il panorama ampio e luminoso lascia presagire l’arrivo di nuvoloni minacciosi, che dopo poco più di un’ora si scaricano su di noi al parco fluviale.

Altrettanto minacciosi sono i motociclisti che ci corrono a breve distanza, sollevando polverone e facendo un rumore del diavolo. Ma si può? Molto meglio i ciclisti che non fanno rumore, e almeno avvisano gentilmente del loro passaggio.

Tornando da Musile costeggiamo il fiume fra grandi panorami, con varie tonalità di verde a terra e in acqua.

I danni della tromba d’aria di ferragosto, che ha tremendamente colpito questa zona, sono ben visibili.

Grandi alberi sono a terra, alcuni spezzati, altri sradicati, sono uno spettacolo impressionante.

Ci vorrà molto tempo per ripulire e ripristinare questo ambiente naturale di rara bellezza, in bilico tra il selvaggio e l’umanizzato. 

Questo percorso si chiama Il giro dei due ponti ed è lungo una dozzina di chilometri, come segnalano le frecce poste dalla scuola di nordic locale. Sarà inaugurato ufficialmente il prossimo 15 maggio 2022, segnate la data!

I ponti in realtà sono tre. In uscita da San Donà c’è il grande ponte stradale blu in cemento e acciaio.

Quando lo passo a piedi, all’andata e al ritorno, provo una grande emozione a vedere finalmente il fiume e l’ambiente attorno a me, a passo lento invece che dal finestrino dell’auto in corsa.

L’avrò percorso cento volte ma senza potermi soffermare mai su tutto. La cosa più bella sono le fioriere, semplici opere di arredo urbano che gli danno decoro, rendendo piacevole la traversata.

Il secondo ponte è a Musile, in mezzo c’è il ponte ferroviario, ma che bello è?

Lo fotografo da ogni angolazione, anche quando passa un treno.

Le parole scolpite sulla pietra sono la dedica e il ricordo dei nostri soldati e del loro sacrificio, alla fine della Grande Guerra, proprio qui sul fiume Piave sacro alla patria.

Nonno Piero, uno dei ragazzi del 99, vi ha partecipato, per fortuna è tornato sano e salvo a Venezia nel 1918.

Quando torniamo al parco fluviale vediamo per un attimo il ritorno dei partecipanti alla ciclo vintage: in sella a vecchie bici, indossano abiti di una volta.

Salutano, fanno le foto di rito e pedalano via verso il centro di San Donà, al museo di Canella appena inaugurato negli uffici aziendali di viale della libertà. Io ci sono stata solo tre giorni prima alla presentazione del progetto Piave Heritage di cui vi racconterò presto. Chissà cosa gli faranno assaggiare… Il famoso Bellini prodotto con le pesche bianche coltivate in loco dalla famiglia Canella? Il Rossini alla fragola? O il nuovissimo Puccini?

Pure noi che abbiamo camminato abbiamo bisogno di rinfrescarci e dissetarci. Una birra è proprio quello che ci vuole, seduti al tavolo del chiringuito brindiamo al cammino e a queste nuove amicizie. Sapete quante cose mi hanno insegnato gli istruttori di nordic? Una sola vi dico qui: camminando si suda e una birra è l’ideale alla fine del cammino per reintegrare i sali minerali. Io vi ho avvisati!

Ad allietarci ora c’è anche la musica dal vivo ma, dietro di noi, vediamo il tempo volgere al brutto. In un attimo il cielo si fa scuro e si sentono tuoni sempre più vicini. Quando i ciclisti tornano per la premiazione finale, alla presenza del sindaco Andrea Cereser, abbiamo giusto il tempo per un ultimo saluto e un brindisi con il Puccini di Canella.

Poco dopo inizia una pioggia scrosciante che ci costringe a un fuggi fuggi generale.

Peccato ma abbiamo fatto tutto, e ci riserviamo altri festeggiamenti per un prossimo futuro.

Guardate il Puccini, ha un bellissimo colore giallo. È squisito, fatto coi mandarini di Ciaculli presidio Slowfood. Assaggiatelo!

SALUTI FINALI

Non finirò mai di ringraziare gli organizzatori per tutto ciò che hanno fatto prima e durante questo evento così bello e genuino. E per avermi invitata… Saluto anche il sindaco di San Donà che si impegna sempre per dare luce al comune che amministra. E i risultati si vedono! Nelle piccole e nelle grandi cose, per dare valore al territorio e alle persone che lo vivono. Per comunicarlo e condividerlo nella propria comunità. Bravo sindaco!

E poi? Cosa bolle in pentola non mi è dato sapere, almeno non nel dettaglio, ma sono sicura che queste persone siano già al lavoro per farci divertire di nuovo. Non vedo l’ora!

Adventure Rivers on tour finisce con un’immagine, presso il fiume, dove mi sono fatta la foto abbracciata all’albero. Questa sono io. E sono felice anche se stanca e spettinata.

Questo è un pioppo nero enorme sull’argine del Piave, alla fine della lezione di Nordic walking. Ci volevano almeno tre me per un abbraccio completo. Ora questa pratica è ancora più benefica del solito: chissà per quanto (tanto) tempo non potremo ancora abbracciarci o stringere mani.

Post in collaborazione con:

https://www.adventureriver.it/

Potete rivedere il programma dettagliato qui:

 https://www.adventureriver.it/programma.php

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