La Trattoria Anzolo Raffaele si trova nel campo omonimo, nel sestiere di Dorsoduro a Venezia. Scommetto che molti (io per esempio) ci siamo passati senza fermarci, di passaggio, magari andando alle Zattere o in campo Santa Margherita, tanto per citare due luoghi vicini, famosi e affollati.
In bassa stagione è il silenzio a dominare la scena, sono i nostri passi a fare eco sulle pareti degli edifici.

Se invece ci fermiamo in campo è facile notare l’insegna della trattoria, con la sua aria d’altri tempi e l’idea che sia un luogo dove regna la cucina tradizionale. E allora entriamo!
Sono stata a pranzo in trattoria lo scorso febbraio, invitata da Patricia e Luigi.

Quando sono entrata nella trattoria Anzolo Raffaele a Venezia per pranzare, ho trovato tante cose: il calore dei mobili in legno, il colore dei complementi d’arredo e dei vasi di fiori, l’aria familiare delle trattorie di una volta. Il messaggio era “accomodati che al resto pensiamo noi” e così ho fatto.
Al resto hanno pensato Patricia Vidotto e Luigi Secchi, padroni di casa impeccabili, lei di sangue friulano e lui sardo. Un bel mix, non c’è che dire! Ho provato la loro cucina che da ben 18 anni, dal 2004 quando hanno aperto il locale, abbraccia Venezia e le isole della laguna, tocca la terra e il mare, e le unisce a un’altra isola, la Sardegna, da dove vengono Luigi e “i suoi vini”.
IL MENU
Il menu degustazione è semplice, attuale, leggero. In una pagina si trovano le verdure di stagione a condire (e colorare, particolare importante) materie prime freschissime e vicine come il pescato del giorno, crostacei e frutti di mare. Cambia circa una vola al mese per rispettare la stagionalità.

E ci sono altri colori in tavola, come l’oro verde, olio sardo EVO da oliva bosana e nera di Gonnos.
Ecco cosa ho provato.
- Bignè di baccalà mantecato su letto di carciofi e rucola.
- Capasanta al forno con zafferano.
- Pomodoro del piennolo con gambero rosso e peperoncini.
- Millefoglie di pane carasau con puntarella e bottarga.
- Ravioli con sugo di pomodoro del piennolo ripieni di ricotta, zafferano e succo d’arancia.
- Semifreddo di miele di lavanda e biscotto meringato alla nocciola.
Il mirto fatto in casa conclude questo percorso, il mio piccolo viaggio da Venezia alla Sardegna e ritorno.
Alla fine della degustazione posso dire che era tutto buono e bello. Nei piatti ho trovato le persone e la passione, la terra e il mare sapientemente mescolati. I miei piatti preferiti: capasanta e ravioli.
LA CARTA DEI VINI
La carta dei vini all’Anzolo Raffaele è un elenco impegnativo difficile da sintetizzare, sono più di 20 pagine quindi ben più ampio del menu! Spaziano dalla natia (di Luigi) Sardegna alle migliori zone enologiche d’Italia, etichette importanti e impegnative, spesso di piccole cantine. E c’è tanta Francia, champagne e non solo.
I VINI DI GIBADDA
Si può parlare di vini sardi in una trattoria veneziana? Sì se i vini sono fatti dal ristoratore. All’Anzolo Raffaele ho provato la cucina e la cantina, frutti del lavoro di Patricia e Luigi.

La cantina Gibadda si trova ad Arbus, nel sud ovest della Sardegna. Luigi fa il vino in soli quattro ettari di vigneto e con i vitigni autoctoni. Quelli a bacca rossa. Bovale, Cannonau, Carignano, Monica. Il Vermentino a bacca bianca.
Il vino rosso si chiama Mommotino ed è un assemblaggio dei vitigni di cui sopra, in etichetta ha un piccolo uomo nero, fa 14 gradi (vendemmia 2019). Sul Vermentino spicca una domus de janas che è anche il logo della cantina, fa 13,5 gradi (vendemmia 2020).
Luigi fa poco vino, ha iniziato nel 2014 per coronare un sogno e completare il suo percorso, un’impresa che oltre al valore economico è una sfida e, probabilmente, pure una scelta d’amore per la sua terra d’origine.
La resa è inferiore a 50 quintali per ettaro, alcune vigne sono vecchie di 80 anni.
Quando assaggio i vini Gibadda sento tutte le note e gli aromi che mi aspetto da un vino sardo: il profumo della macchia mediterranea, la forza della terra. Sono puliti e naturali, con la migliore accezione di questa parola spesso abusata. In vigneto un paio di trattamenti con lo zolfo bastano, il clima e l’ambiente (altitudine, escursione termica, ventilazione ecc) aiutano, dobbiamo dirlo. In cantina fanno poco legno e tanto acciaio.
Per saperne di più: https://gibadda.it/
OSTI IN ORTO
Tra Venezia e la Sardegna, isole che si toccano e si uniscono oltre il mare e la laguna, ora se n’è aggiunta una terza: Sant’Erasmo isola di giardini, alberi da frutta e ortaggi, primo fra tutti il prezioso carciofo violetto.
Osti in orto è il nuovo progetto che unisce una dozzina di ristoratori operanti a Venezia, fra cui Luigi Secchi, impegnati a coltivare secondo natura quattro ettari di terra proprio a Sant’Erasmo. Dalla terra ricavano i prodotti vegetali a km zero, da portare sulle tavole dei rispettivi ristoranti. Coltivano “anche” le viti quindi anche il vino è servito. Infine allevano, anzi fanno razzolare liberamente, le galline ovaiole.
Ringrazio Patricia e Luigi anfitrioni perfetti che mi hanno mostrato le loro creature e che hanno nuove sorprese in serbo per il prossimo futuro, arrivederci a presto, magari proprio negli Orti di Venezia a Sant’Erasmo!
Per saperne di più: https://www.trattoriaanzoloraffaele.it/
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