Eccovi le mostre fotografiche viste in questo primo mese dell’anno, tra Lombardia e Veneto.
Ce ne sono molte altre che cercherò di visitare nelle prossime settimane, i vostri consigli sono sempre ben accetti. Qualcuna chiuderà a breve, oggi spero di mettervi curiosità, la stessa con cui sono andata a vederle io!

VILLA BASSI RATHGEB ABANO TERME PD
Elliott Erwitt ha più di novant’anni ed è uno dei più grandi fotografi viventi. Nella sua carriera lunga oltre mezzo secolo ha girato il mondo ritraendo luoghi e persone, famose e normali, con acume e discrezione. Vintage è il titolo della mostra aperta solo pochi giorni fa ad Abano Terme, in quel delizioso palazzo un tempo di una famiglia di commercianti da pochi anni sede museale. A Villa Bassi Rathgeb si possono vedere oltre 200 immagini in bianco e nero, in parte inedite in Italia, a partire dal piano sotterraneo e in tutti i tre piani del palazzo. Accanto ai famosi cani che sono stati esposti di recente nel nostro paese, immagini piccole e grandi riportano a mondi patinati e in parte scomparsi, all’America e all’Europa soprattutto. Ma richiamano anche i cambiamenti sociali del dopoguerra e i sentimenti popolari e universali, per primo l’amore.

Il piccolo formato 12 x 17 è particolare: Erwitt ha sviluppato il 13 x 18 togliendovi mezzo centimetro da ciascun lato, per lasciare spazio al suo autografo. Poche didascalie lasciano lo spettatore di fronte alle foto in fila, libero di pensare e osservare.
PALAZZO REALE MILANO
Vincent Peters. Timeless time. Palazzo reale Milano 12 gennaio – 26 febbraio. Se passate in piazza duomo a Milano andate a vedere cosa c’è a palazzo reale. Tra le diverse mostre in corso questa ha appena aperto, è la prima volta che il fotografo tedesco viene esposto in maniera così completa in Italia. Il suo bianco e nero è molto impegnativo da vedere, Peters indaga profondamente i corpi dei personaggi ritratti, in questo caso gente dello spettacolo, attori e attrici, modelle. Occhi e corpi si presentano in tutta la loro sensualità, penetrando lo sguardo del visitatore come il fotografo ha penetrato i loro occhi e i loro corpi. Non scrivo altro.

https://www.palazzorealemilano.it/mostre/timeless-time
PALAZZO VESCOVILE PORTOGRUARO
L’Italia di Magnum da Robert Capa a Paolo Pellegrin. Portogruaro palazzo vescovile. Prorogata fino al 26 febbraio. Magnum photo è l’agenzia fotografica fondata nel 1947 al Moma di New York da cinque fotografi già attivi, per dare più valore al loro lavoro e mantenere attivo il loro immenso archivio. In buona parte ancora oggi è così, il lavoro è i valori portati avanti rimangono anche se il mondo della fotografia è completamente cambiato. Chi erano i magnifici cinque fondatori? Si chiamavano David Seymour. Robert Capa. Henri Cartier Bresson. George Rodger. William Vandivert. Venivano da paesi diversi con storie diverse, erano accomunati dalla voglia di vedere il mondo e raccontarlo in bianco e nero attraverso un obiettivo. Fotografi italiani si sono uniti nell’agenzia Magnum. Ferdinando Scianna e Paolo Pellegrin sono due di questi presenti nella mostra che racconta la guerra e la ricostruzione postbellica della nostra bella Italia, ridotta a un cumulo di macerie nel 1945. Ogni stanza tratta un decennio e alcuni tratti distintivi di ciascuno. Ricostruzione. Crescita economica. Conflitti sociali. Edonismo. Nuove crisi economiche. Fino a fine febbraio li vediamo esposti in centro a Portogruaro, ed è una scusa perfetta per visitare il capoluogo del Veneto orientale, una chicca di borgo costruito fra terra e acqua.

FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA VENEZIA
“Oltre Venezia. Now is the winter of our discontent”. Graziano Arici è in mostra a Venezia alla fondazione Querini stampalia dal 16 dicembre scorso. “Non una retrospettiva ma un punto di partenza che mette in luce un’opera e un artista”. Così recita il comunicato ufficiale. Bello vedere tante fotografie (oltre 400) grandi e piccole, a colori e in bianco e nero, analogiche e digitali. Arici ora vive ad Arles in Francia ma è rimasto molto legato alla città lagunare, alla Querini ha donato le sue opere affinché siano custodite e valorizzate. Arici ritrae persone anche con degli scatti rubati, anche gli ultimi e gli scarti della nostra società. E poi luoghi patinati, periferie, sobborghi, in viaggi in Italia che dal nord, Milano Venezia, arriva a Roma e poi giù fino a Palermo. Nei suoi reportage qui presentati arriva in Europa e fino ai suoi confini. La mostra cita Shakespeare e Steinbeck, Calvino e Conrad, per descrivere i mutamenti sociali a cui assistiamo dal dopoguerra.

Ps tutto bello e giusto illuminare con i faretti le immagini, proteggerle dietro un vetro, ma io non ci vedo bene e faccio fatica a fotografare con il cellulare (Ecco l’ho detto).
MUSEO CORRER VENEZIA
Canova e Venezia 1822 – 2022: fotografie di Fabio Zonta, fino al 5 febbraio al Museo Correr in vista di Piazza San Marco. Il Museo Correr si fa amare sempre alla follia e ora di più, con percorsi di visita più completi, le sale reali, le stanze di Sissi. Vedere le grandi immagini del fotografo bassanese in questo contesto mi ha lasciato senza parole, le fotografie infatti diventano opere d’arte esse stesse.

Siamo agli sgoccioli dei festeggiamenti per il bicentenario canoviano.
PALAZZO GRIMANI VENEZIA
Inge Morath. Fotografare da Venezia in poi. Aperta dal 18 gennaio scorso a Palazzo Grimani, la mostra vuole celebrare la grande fotografa austriaca, di cui quest’anno cade il centenaria della nascita. Inge Morath ha iniziato proprio a Venezia, quasi per caso, la sua lunga carriera negli anni Cinquanta, seguita dal prestigioso ingaggio nell’agenzia Magnum, prima donna a ricoprire tale ruolo. La relazione con Venezia le ha portato fortuna, a fronte di un primo breve matrimonio da qui ha conosciuto Arthur Miller che sarebbe presto diventato suo marito, e le avrebbe aperto le porte del bel mondo e i rapporti con lo star system. Miller era sposato con Marylin Monroe ma le cose fra loro non andavano bene. Si vedono queste vicende e queste storie nella mostra, volti noti della cultura e arte, cinema e spettacolo mondiale, ritratti da Inge Morath accanto alle loro opere. Si vede lei ritratta dai fotografi e registi con cui ha lavorato. Venezia è il punto di inizio del suo straordinario percorso. Si vede nella vita e nel lavoro della gente comune, nei luoghi che sono rimasti tali, immutati fino a oggi. Rigorosamente in bianco e nero.

Piccoli formati posti in lunghe file alle pareti di Palazzo Grimani, secondo piano. Gigantografie al primo piano. Opere moderne in dialogo con le preziose opere antiche esposte a palazzo.
PERCHÉ VISITARE UNA MOSTRA FOTOGRAFICA
C’è sempre in me l’idea che fotografare rubi l’anima di chi si trova davanti all’obiettivo, come ho imparato nei miei viaggi e come sostengono i musulmani, che tante volte non vogliono essere oggetto delle foto. Per fortuna siamo più liberi di immortalare i paesaggi e la natura, di cogliere l’attimo o studiare il momento perfetto per scattare. Clic!

C’è il giudizio tecnico per chi se ne intende, edonistico per chi cerca la bellezza nelle immagini catturate dai fotografi. E poi c’è l’emozione che non è un giudizio, ma ciò che sentiamo nel vedere una fotografia.
Ci sono certamente curiosità e voglia di imparare, specialmente dai fotografi famosi che in passato hanno immortalato scene e paesaggi, fatti e persone con molti meno mezzi tecnologici di adesso. E con spese superiori immagino, io che sono nata analogica andavo in giro con decine di rullini anche pregiati, e al ritorno da ogni viaggio spendevo una fortuna per sviluppare fotografie, o per sistemare le diapositive in raccoglitori che conservo ancora gelosamente e oggi vedo con un pizzico di nostalgia. Queste sono decisamente le immagini più belle che ho portato a casa dai miei viaggi.
Infine c’è un tocco di proibito nel guardare le foto di altri. Per tutti questi motivi vado sempre a vedere volentieri le mostre fotografiche, anche a costo di uscirne non del tutto soddisfatta.